'Roma' - di Giuseppe Mentessi e Luca Beltrami   (Pagine 16 )      Fonte : Emporium - nr 371 Novembre 1925

{\rtf1\ansi\ansicpg1252\deff0\deflang1040{\fonttbl{\f0\fnil\fcharset0 Arial;}} \viewkind4\uc1\pard\fs24 Emporium - nr 371 Novembre 1925 \par "Roma" - di Giuseppe Mentessi e Luca Beltrami \par La non breve attesa non \'e8 stata delusa: il Volume che riproduce colla pi\'f9 scrupolosa fedelt\'e0 la serie delle Impressioni di Roma dovute alla matita di Giuseppe Mentessi, ha sorpassato le \par previsioni di coloro che videro un saggio di quei disegni esposto, or sono due anni, a Roma e a Milano. Numerose illustrazioni nel testo e centotrenta tavole, un totale di duecentoquaranta \par disegni, ecco una edizione di lusso che riafferma la nota potenzialit\'e0 e la perfezione dei mezzi di riproduzione dell'Istituto Italiano d'Arti Grafiche; cosicch\'e8 non \'e8 a far le meraviglie \par se l'edizione, annunciata in limitato numero di esemplari, sia stata esaurita per sottoscrizione, mentre non era ancora condotta a termine la stampa delle tavole. \par L'artista che per oltre quarant'anni tenne l'insegnamento della prospettiva all'Accademia di Belle Arti di Milano quell'Accademia che, nonostante la sua pi\'f9 che secolare tradizione e gli \par splendidi risultati conseguiti, oggi si vuole deformare per spirito strettamente burocratico, forzandola nello stampo di discipline e regolamenti che debbono, senza alcun riguardo per \par diversit\'e0 di condizioni e di consuetudini, essere le medesime nelle varie regioni d'Italia - corona la carriera dell'insegnamento, di cui si giovarono migliaja di allievi, con un'opera la \par quale inscrive il suo nome fra i pi\'f9 celebrati maestri della matita, e ci fa desiderare che altri aspetti di questa nostra Terra - profondamente artistica, malgrado l'imperversare di \par manomissioni e di falsi indirizzi estetici abbiano alla lor volta dalla sua matita una illustrazione varia e geniale, quale Roma oggi pu\'f2 associare a quella che, or sono quasi due secoli, \par ebbe a compiere con diversit\'e0 di mezzi e di intenti il Piranesi. E chi, chi\'acmato al c\'f2mpito di dare alla parte grafica il complemento di un testo, volle rilevare le doti dell'artista \par collaboratore, non ebbe a diffondersi in elogi, nei quali si possa intravvedere la compiacente indulgenza del vecchio amico: tanto dovette egli essere convinto di trovarsi dinnanzi ad una \par complessa serie di Impressioni Romane di eccezionale interesse, quale non si saprebbe additare nella pur copiosa e ricca produzione artistica straniera. \par Certo non dovette essere facile impresa, quella di corredare di un testo la suggestiva rievocazione di Roma, compiuta dall'agile e sicura matita di Giuseppe Mentessi. Non poteva Luca \par Beltrami come egli stesso avverte sin dalle prime sue linee proporsi di mettere in rilievo ci\'f2 che i disegni mentessiani rendono evidente con eloquenza spontanea e persuasiva; e nemmeno \par poteva riservare alla parte grafica il amplio subordinato di illustrare un riassunto storico di Roma a traverso le vicende secolari, e alla non interrotta sua vitalit\'e0 artistica. Non per \par questo, mancarono al Beltrami gli spunti per svolgere un testo informato ai criteri stessi che guidarono Giuseppe Mentessi nel poderoso intento, e non poteva in miglior modo integrarne \par l'opera, mettendo in rilievo la principale sua caratteristica, vale a dire la imparzialit\'e0, diremo cos\'ec, dell'artista nel valutare ed esaltare le memorie di Roma, dalle pi\'f9 arcaiche \par serbanti la impronta etrusca, sino a quelle dei nostri giorni, rievocando dopo la grandezza di Roma imperiale e il periodo della decadenza, la fase del rinascimento che condusse agli \par splendori del Cinquecento e alle sbrigliate, ma pur possenti fantasie del periodo barocco. L'altro risultato che il Mentessi si \'e8 proposto \'e8 quello di combattere il pregiudizio che ancora \par perdura, sebbene alquanto attenuato, in base al quale si vorrebbe considerare l'arte romana come una derivazione, alcuni dicono senz'altro deformazione, dell'arte greca. \par - Ellenismo, Arte ellenica - ecco espressioni che vien fatto di udire, ripetute spesso e leggermente, all'intento di deprimere il valore intrinseco dell'arte italica, colla quale Roma seppe \par aggiungere splendore e prestigio alla sua grandezza politica. Arte italica che ebbe il suo nido in quella Etruria, che sebbene chiusa ancora nel mistero della sua lingua, attende la \par rivendicazione dall'oblio, e dal disprezzo che il Mommsen volle riservarle. \par Opportunamente il Mentessi trasse partito da una nota dedicata dal Beltrami a questa rivendicazione dell'arte etrusca, per accompagnarvi i saggi pi\'f9 caratteristici di vasi, oreficerie, \par bronzi e terrecotte, conservati specialmente nel Museo Vaticano. Con quale amorevolezza egli ha riprodotto, scovandola fra le terrecotte del Museo Capitolino, quella piccola graziosa testa \par femminile, rinvenuta a grande profondit\'e0 sul Colle Capitolino, che si pu\'f2 considerare come preziosa reliquia delle decorazioni fittili del Tempio innalzato da Tarquinio, a protezione di \par Roma! Questa nuova illustrazione di Roma, dovuta al Mentessi, non pu\'f2 a meno di far sentire ancora pi\'f9 la necessit\'e0 di una maggiore tutela del suo aspetto, cos\'ec caratteristico anche nelle \par parti che ricordano il pi\'f9 recente periodo dei papi; tutela contro le demolizioni e i rettifili non sempre necessari ed inevitabili: tutela altres\'ec contro le manomissioni e le deformazioni \par che vi si compiono, e si vorrebbero compiere sotto gli auspici di quel banalismo cosmopolita che nella fatale uniformit\'e0 delle abitudini e condizioni della vita, coglie il pretesto per \par sopprimere le caratteristiche locali e distruggerne l'ambiente. Molto a proposito il Beltrami, dopo di avere deplorato con vibranti argomenti la tesi dell'ellenismo - ancora sostenuta in \par pubblicazioni didattiche, che non esitano ad inculcare nelle nuove generazioni il dispregio dell'arte italica - passa a stigmatizzare ancor pi\'f9 vivacemiente tutto quanto vorrebbe assegnare \par a Roma l'aspetto superficiale di citt\'e0 moderna, senza riflettere all'eccezionale fascino che pu\'f2 scaturire dalla conservazione e messa in valore delle memorie antiche, pur non trascurando \par le giuste preoccupazioni per le esigenze di una citt\'e0 degna capitale d'Italia. A tale proposito si pu\'f2 prevedere che i giudizi dedicati dal Beltrami ai fautori del nuovo indirizzo estetico \par - ripudiante qualsiasi interpretazione e rispetto delle memorie del passato - abbiano a provocare qualche reazione, dal Beltrami stesso forse desiderata, non avendo egli mai trascurata la \par occasione di combattere col Mentessi a favore della integrit\'e0 delle nostre gloriose tradizioni offese, pi\'f9 che intaccate, da quelle manifestazioni futuristiche, di cui gli stessi stranieri \par si meravigliano che abbiano potuto in Italia vantare qualche risultato. Nel recente congresso futurista si e veduto l'ordine del giorno di chiusura dichiarare che "il futurismo col suo \par stile dinamico, ultra-colorato, ardito, tagliente ed aggressivo, ha assicurato ancora una volta all'Italia la sua funzione storica di maestra dell'arte" : fortunatamente uno scrittore \par straniero, citando il principale dei capisaldi del futurismo "l'urgence de combler le grand Canal de Venise pour y faire passer les tram-ways, et de transformer la Basilique de Saint \par Marc en garage d'automobiles" si domandava: "Ce futurisme ne semble-t-il pas d\'e9j\'e0 archaique et p\'e9rini\'e9? " \par A favore della sua tesi, il Beltranti cita una frase abbastanza esplicita di Rodin, artista non sospetto di accademismo; egli avrebbe potuto aggiungere un'altra affermazione dello stesso \par Rodin, ancora pi\'f9 esplicita : "L'originalit\'e8, mot idiot! Contate si l'on demandait du civet sans vouloir le lapin! L'originalit\'e8 n'existe pas dans les belles choses: elles sont composies \par avec des r\'e8gles qu'il faut suivre, essentielles, naturelles". \par Ecco una buona doccia fredda fabbricatori di originalit\'e0! Dopo di ci\'f2, il Beltrami riprende il tema dominante, quello del fascino di Roma interpretato dalla matita di Giuseppe Mentessi, \par segnalando l'accordo che l'artista ha saputo rilevare specialmente fra le rovine del Foro e del Palatino, col fascino della natura: a tale proposito, il Beltranti non passa sotto silenzio \par le ostilit\'e0 incontrate da Giacomo Boni nel suo intento di ravvivare l'interesse e il fascino dei ruderi colla nota poetica della flora palatina: e quanto si sarebbe Giacomo Boni confortato, \par se la morte non gli avesse conteso di leggere la calorosa difesa del vecchio suo amico, contro gli ordini del giorno di sodalizi romani, che levarono grida di allarme per la vegetazione, \par attenuante nel Foro e sul Palatino l'aspetto scarnificato di un ammasso di macerie! \par Volgendo al termine del suo compito, il Beltrami ritorna al punto di partenza, per esaltare assieme all'opera, la figura morale dell'artista: ed e commovente leggere alcuni richiami alla \par giovinezza del Mentessi, allorquando or sono pi\'f9 di quarant'anni, egli confidando all'amico tutta la sua gioia di trovarsi a Venezia, esprimeva il tormento di non riuscire a coglierne il \par fascino indefinibile, con frasi nelle quali il senso di devozione per l'arte, e la modestia - smentita dalla bellezza!, dei saggi che riportava dalla laguna - potranno sempre essere \par proficuo m\'f2nito a quanti si avviano per l'arduo cammino dell'arte, non illusi dalle troppo facili originalit\'e0 e\tab dalle risorse degli espedienti, ne sviati dalla impazienza di raggiungere la \par meta. A questi richiami della figura morale, il vecchiosuo amico avrebbe potuto accompagnare qualche altro accenno all'attivit\'e0 del Mentessi nell'insegnamento - ch'egli esercit\'f2 come un \par apostolato e ricordare il suo metodo didattico col quale spian\'f2 la via aigliaia di allievi, richiamandoli a concetti pratici e sinceri dell'arte, evitando l'accademismo in quanto sia \par materiale e vacua copia del passato, senza per questo cadere nelle comode incertezze e licenze dei nuovi indirizzi d'arte. Questa via di mezzo non poteva essere meglio definita dal Mentessi, \par nella sua Introduzione ai Primi Elementi del Disegno, con queste frasi: I criteri oggi vigenti nei programmi d'insegnamento del disegno, pare si fondino sulla opportunit\'e0 e sulla speculazione. \par Si dice: se un giovinetto, insistendo nella copia dell'antico, impara a dipingere o a modellare in un giorno due o tre metri di cornucopia, di delfini col tridente di Nettuno, o di grifoni \par e sirene, egli potr\'e0 riuscire a guadagnare la sua giornata: chi potendo spendere, non vuole oggi qualche imitazione di arte antica, e non sogna l'anticamera coi seggioloni dallo schienale \par ornato dalla testa di Medusa, o di uno stemma in rilievo, che faccia sentire alle scapole di chi siede, la signorilit\'e0 dell'ambiente ? \par Ecco un ragionamento svolto con una ironia che potrebbe anche essere invidiata da un futurista, se non servisse di introduzione ad un trattato di disegno, nel quale l'allievo \'e8 subito \par richiamato ad osservare la natura e il mondo reale, a riprodurli pazientemente, fedelmente, per potere trovarsi in grado di affrontare la libera e cosciente interpretazione di quelle \par forme del passato, che si vorrebbero ripudiare e distruggere in base al pregiudizio che solo da questa distruzione possa e debba prendere vita un nuovo, ipotetico indirizzo d'arte. \par Chi scrive \'e8 abbastanza avanti negli anni per ricordare, nella qualit\'e0 di allievo dell'Accademia, i due collaboratori di ROMA, affratellati nell'insegnamento: l'uno della geometria \par descrittiva, l'altro della prospettiva e scenografia. La seriet\'e0, la disciplina di quegli insegnamenti, resi con senso famigliare,con precisione di metodi, mi ritorna alla mente malgrado \par gli anni trascorsi, sfogliando il Volume ROMA, sul frontispizio del quale potrebbe il Mentessi scrivere: Vagliami il lungo studio e il grande amore. \par D. M. C. \par \par }